Stefano Garzelli racconta il disastro dell’alluvione di Valencia: “Tanti hanno perso la vita, altri i propri cari, chi si è salvato ha perso il futuro
L'ex corridore, che da anni vive nella zone e qui ha fondato una scuola di ciclismo, ha lanciato una raccolta fondi per aiutare le persone in difficoltà: "Servono cibo e beni di prima necessità"
Negli ultimi giorni stanno facendo il giro del mondo le immagini delle disastrose inondazioni che hanno colpito la zona di Valencia. Provocata dalla tempesta Dana, l’alluvione ha causato moltissimi danni e più di 200 morti, un bilancio purtroppo ancora provvisorio viste le tante persone disperse che ancora mancano all’appello. Nell’area, nota ciclisticamente per ospitare gare come la Volta a la Comunitat Valenciana e, durante l’inverno, i ritiri di quasi tutte le principali squadre, vive da anni Stefano Garzelli, vincitore del Giro d’Italia 2000 e attualmente commentatore per la Rai, che fortunatamente non è stato direttamente colpito dal disastro ma è testimone del dramma che sta colpendo la popolazione in queste ore.
“Gli ultimi giorni sono stati complicati – ha ammesso Garzelli a Adnkronos – Io vivo a Betera, a 4 chilometri da Valencia, e solo per semplice fortuna non siamo stati toccati dal disastro […] A noi è andata bene, ma la quantità di morti della Dana al momento è ancora indecifrabile“.
“Il disastro non è successo in città, ma a circa 300 metri dal fiume Turia, toccando tutti i piccoli paesi attaccati – ha precisato l’ex corridore – Anch’io, 12 anni fa, ho vissuto una cosa simile e la mia casa è stata distrutta. Stavolta siamo stati avvisati dalle tv, arrivate addirittura prima dell’allarme”.
La situazione è drammatica per moltissime persone: “Al momento tanta gente non può mangiare, centinaia di persone sono chiuse dentro casa e sono state distrutte ottantamila macchine […] Qui le strade sono strette e un simile accumulo non permette nemmeno l’intervento di mezzi pesanti. E pensiamo anche ai negozi distrutti. Tanti hanno perso la vita, altri i propri cari, chi si è salvato ha perso il futuro. Le conseguenze si vedranno nei prossimi mesi, forse anni”.
Il 51enne ha fondato e gestisce da alcuni anni una scuola di ciclismo molto apprezzata, che fortunatamente non ha subito danni, e ora ha lanciato una raccolta fondi per aiutare i più sfortunati: “Dopo averla messa in salvo, abbiamo pensato di dare un contributo nel nostro piccolo. Ai discorsi economici penserà poi il governo, ora serve l’essenziale e abbiamo organizzato una raccolta fondi per comprare cibo e beni di prima necessità per le famiglie in difficoltà. Insieme a tante altre iniziative, come quelle partite dal Valencia e dal Levante, ricominceremo. L’importante è continuare a parlarne. E non dimenticare”.
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